Anche nel corso del primo trimestre 2023 le Statistiche dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate confermano il calo delle compravendite su base tendenziale: nel primo quarto dell’anno sono infatti state compravendute quasi 167 mila abitazioni, con un calo di circa 15 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2022 o, in termini relativi, un passo indietro dell’8,3%.

Trova così conferma l’andamento già evidente nell’esame della serie destagionalizzata e nella serie storica delle variazioni tendenziali, da cui è chiaro che dopo i rialzi del 2021, con il picco raggiunto nel secondo trimestre dell’anno, la serie abbia continuato la sua crescita in maniera sempre più attenuata fino a giungere al quarto trimestre 2022, periodo in cui si è interrotta la dinamica espansiva e si è osservata una inversione di tendenza con tassi di variazione delle compravendite in territorio negativo.

Un segno meno in quasi tutto il Paese

Si consideri inoltre come il segno meno nell’evoluzione delle compravendite abbia interessato quasi tutto il Paese, con poche eccezioni.

In particolare, le compravendite di abitazioni diminuiscono maggiormente nei comuni capoluogo (-10,2%) rispetto ai comuni minori (- 7,4%) e soprattutto al Nord Est (-10,3%) e al Centro (- 11,5%) piuttosto che nel Nord Ovest (- 9,1%) e nel Sud (- 5,1%). L’unica eccezione è invece rappresentata dalle Isole, in controtendenza con un tasso tendenziale positivo (+ 1,1%).

Gli agenti immobiliari sono un po’ più ottimisti

In questo scenario sottolineiamo come il Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia effettuato da OMI, Tecnoborsa e Banca d’Italia, abbia fatto emergere un lieve miglioramento delle aspettative degli agenti immobiliari, che sono divenute meno negative sia in relazione al proprio mercato di riferimento che in rapporto a quello nazionale: i saldi tra le attese di miglioramento e di peggioramento sono così passati a -21,2 e – 25,8 punti rispettivamente da -25,6 e – 28,3 punti.

Tra le altre statistiche più interessanti emerse dal Sondaggio, il fatto che lo sconto medio sui prezzi di vendita sia tornato a diminuire: rispetto alle iniziali richieste del venditore oggi il prezzo è inferiore dell’8,2% rispetto all’8,8% del trimestre precedente. A scendere sono anche i tempi medi di vendita, passati da 6,1 mesi a 5,5 mesi, per il nuovo minimo dall’avvio della serie storica.

Ancora, la quota di operatori che segnalano difficoltà nel reperimento di un mutuo da parte degli acquirenti è di circa il 30%: il valore non è mai stato così elevato dall’inizio del 2015 ad oggi. La quota di compravendite finanziate con un mutuo ipotecario è dunque ancora scesa, soprattutto nelle aree metropolitane, assestandosi intorno al 64,1% (contro il 65,3% della rilevazione precedente). Il rapporto fra l’ammontare del prestito e il valore dell’immobile (loan-to-value) è ancora su valori piuttosto elevati, pari al 76%, in lieve calo rispetto alla precedente rilevazione.

Infine, il Sondaggio rivela come poco meno di due terzi degli agenti immobiliari ritenga che l’andamento dei prezzi al consumo inciderà in modo negativo sulla domanda di abitazioni e sui prezzi di vendita.