Il mercato dei mutui italiani continua a evolversi in senso favorevole per i mutui a tasso fisso, che ad oggi tendono a costare meno dei mutui a tasso variabile, spingendo così sempre più mutuatari a sottoscrivere un finanziamento a tasso certo.

Peraltro, non è certo difficile comprendere per quale motivo il gap tra i mutui a tasso fisso e quelli a tasso variabile si sia mosso con decisione in favore dei primi, che hanno potuto beneficiare degli sforzi di politica monetaria compiuti dalle banche centrali per arginare il caro-vita. Dinanzi a questo scenario  i tassi fissi hanno iniziato a scendere di buon ritmo, mentre i parametri Euribor, su cui sono indicizzati i mutui a tasso variabile, sono risultati essere più lenti nel perdere quota, probabilmente in attesa delle prossime decisioni di politica monetaria della BCE e, in particolar modo, del taglio dei tassi di riferimento.

Quello che ne è derivato è ben tangibile: i mutui a tasso fisso sono da tempo in calo, mentre per assistere a una flessione decisa dei mutui a tasso di interesse variabile bisognerà attendere ancora un po’, probabilmente almeno il mese di maggio, quando l’Eurotower annuncerà quello che dovrebbe essere il suo primo taglio dei tassi o, almeno, fornirà una linea guida più precisa di quando avverrà.

Si noti altresì come questa non sia certo la prima volta che l’Euribor a breve termine si veste con valori superiori a quelli dell’IRS a lungo termine. L’anomalia è semmai rappresentata dalla durata di questa situazione, che sta assumendo dimensioni record proprio in attesa delle decisioni della BCE.

Più concretamente, tutto ciò ha determinato un comportamento ben condivisibile da parte delle famiglie italiane, che si sono mosse con decisione verso i mutui a tasso fisso, scelti nel trimestre in corso dal 96,5% del totale dei mutuatari, per un livello record degli ultimi 10 anni.

Quanto costano i mutui a tasso fisso oggi

Ma qual è oggi il costo dei mutui a tasso fisso? Stando a quanto rileva l’ultimo studio di mercato condotto da Mutuionline, lo spread medio tra i mutui a tasso fisso e variabile a 20 e 30 anni è di 164 punti base, con il tasso di interesse variabile medio che è pari al 4,93%, e quello a tasso fisso che è pari al 3,29%, in linea con i dati storici.

Ne deriva che oggi un mutuo a tasso fisso costa molto meno del variabile, soprattutto nell’ipotesi in cui si riesca ad accedere ai mutui green per gli immobili ad elevata classe energetica, che spingono i tassi a quasi la metà dei variabili (2,55%), ben al di sotto della media storica, considerato che tra il 2014 e il 2018 il costo medio dei mutui a tasso fisso era del 2,78%.

Valutato quanto sopra, è evidente che chi acquista oggi casa con un mutuo non potrà che ottenere i migliori vantaggi della scelta di un finanziamento a tasso fisso. Attenzione inoltre alle surroghe: chi ha in ammortamento un mutuo a tasso variabile o a tasso fisso di costo superiore al 3,5%, potrebbe infatti trovare convenienza a trasferire il proprio finanziamento.