Quando si parla di compravendita immobiliare, si può essere portati a ritenere che solo il compratore sia soggetto a costi e spese. In realtà, anche il venditore di un immobile deve considerare la necessità di affrontare alcuni oneri, tributari e non solo.

In questa breve guida abbiamo cercato di fare il punto su quali siano i costi da sostenere da parte del venditore, obbligatoriamente o meno.

I costi previsti per vendere casa

Cominciamo dalle spese che possiamo indicare come obbligatorie e che fanno riferimento alla necessità di fronteggiare alcuni oneri tributari. Tra di essi rientrano l’imposta catastale per 50 euro e l’imposta ipotecaria per 50 euro, oltre all’imposta di registro pari al 9% del valore catastale dell’immobile se il venditore è un privato, o se è un’impresa e la vendita è esente da IVA.

Vi sono poi gli onorari notarili, che variano a seconda del professionista e del valore dell’immobile, così come quelli di reperimento di alcuni documenti essenziali che potrebbero non essere nella immediata disponibilità del venditore come l’Attestato di prestazione energetica (APE), il cui costo varia a seconda dell’azienda che lo redige.

Le spese facoltative per vendere casa

Di fianco a queste spese obbligatorie, vi sono una serie di costi che il venditore può facoltativamente affrontare a seconda delle proprie preferenze e della specifica condizione.

Tra di esse c’è sicuramente la provvigione dell’agenzia immobiliare, che varia in base all’operatore e al valore dell’immobile (in media oscilla tra il 2% e il 5%). Se invece di ricorrere alla promozione tramite agenzia il venditore dovesse agire da solo, occorrerà tenere in considerazione le spese promozionali: foto, video, volantini per pubblicizzare l’immobile.

Riconduciamo in tale novero anche le spese di relazione tecnica, utile per accertare la conformità urbanistica, la regolarità catastale e l’agibilità dell’immobile, e quelle di eventuali piccoli lavori di ristrutturazione per migliorare l’aspetto dell’immobile e renderlo più appetibile sul mercato.

La plusvalenza

Un discorso a parte è invece riconducibile alla plusvalenza. In caso di prima casa, la vendita non è se l’immobile è venduto dopo 5 anni dall’acquisto. Se invece è venduto prima dei 5 anni, la plusvalenza è tassata all’Irpef (aliquota tra il 23% e il 43%). In caso di seconda casa, la plusvalenza sarà tassata all’Irpef (aliquota tra il 23% e il 43%), tranne il caso in cui l’immobile sia stato ereditato, o donato dopo 5 anni dall’acquisto.

L’imposta di successione

Infine, se l’immobile è stato ereditato, si deve pagare l’imposta di successione, con un’aliquota che varia tra il 4% e l’8% in base al grado di parentela con il defunto.

Naturalmente, per avere una stima precisa dei costi e delle tasse, è consigliabile rivolgersi a un notaio o a un commercialista, o contattare la nostra agenzia immobiliare per una consulenza dedicata: sarà altresì fondamentale per aiutarti a vendere casa più velocemente e al miglior prezzo possibile!